Imu e immobili storici vincolati

Imu e immobili storici vincolati, prime riflessioni sui dati Imu delle agenzie del territorio.


Introduzione

L'analisi dei dati  sulle abitazioni in Italia risulta un'operazione quasi semplicistica per la pubblica amministrazione, che si ritrova studi effettuati da agenzie immobiliari specializzate nel settore, impegnate negli anni soprattuto a ricercare i valori medi delle abitazioni.

Di qui la nuova Imu, forte anche dell'esistenza di valori catastali, non ha dovuto fare altro che dettare la regola della rivalutazione, attualmente del 5%, e della moltiplicazione della rendita rivalutata per un coefficiente (moltiplicatore) che varia a seconda della tipologia di immobile identificata dalla categoria catastale e al corrispondente valore.

In presenza, inoltre, delle 11 classi catastali si possono reperire in rete studi che a fronte della manovra del governo Monti, varata con il c.d. Decreto Salva Italia, hanno potuto facilmente calcolare il gettito dell'imposta dell'anno 2012, proveniente appunto dai proprietari di prima casa, a seguito dell'abolizione dell'Ici del precedente governo di centro destra, e della reintroduzione del gettito di imposta ridenominato Imu e reintrodotto sui proprietari di abitazioni adibite a prima casa.

Si legge dalla tabella dello studio "rapporto osservatorio UIL servizio politiche territoriali" quante sono le abitazione adibite a prima casa e quanto è il gettito Imu da esse proveniente.

Foto1 - tabella proprietari di prima casa: per fasce di reddito e gettito medio Imu.








Si legge nello studio citato che il 50% del gettito IMU nel 2012 pari ad 11,9 miliardi di euro, proviene dagli immobili adibiti ad abitazione, comprese le pertinenze. Più in particolare il 17% dalla prima casa (4 miliardi di euro) e il 33,5% (7,9 miliardi di euro) dalle abitazioni secondarie (locate o a disposizione).

Impostazione di studio.

L'Imu  ha fatto emergere il problema che le dimore storiche sono considerate dalla P.A.  come un elenco indifferenziato, puramente numerico formato nominando alla rinfusa biblioteche, musei, dimore private e quant'altro. Ma anche se ci sono questi dati e qualcuno li abbia potuti individuare disaggregati, dovranno essere portati a conoscenza di tutti i consigli delle dimore storiche. 
Ad ogni buon conto se anche esistono disaggregati non sono noti e la P.A. applica indiscriminatamente l'Imu addirittura conformandoli nelle classiche categorie che vanno dall'A1 all'A11. Troppo poco e troppo mal fatto.
Nello studio che potremmo tenere presente tutto il problema sia dell'Imu che delle dimore storiche, laddove lo studio sarà appoggiato come su un tavolino a tre gambe.
1) tenendo conto i dati della sovrintendenza;
2) tenendo conto dei dati dell'associazione dimore storiche, ai suoi vari livelli gerarchici e funzionali;
3) tenendo conto di quanto viene calcolato e fatto dalla P.A. con la suddetta superficialità di raggruppare le dimore storiche dentro altre categorie di immobili come l'A8, l'A9, l'A10 e l'A11.
Dunque e concludendo queste prime riflessioni la prima cosa da fare è disaggregare le categorie per tipologia e territorio.
In questo potranno essere d'aiuto alcuni studi denominati "osservatori UIL servizio politiche territoriali", su dati agenzia del territorio e ministero dell'economia, opportunamente messi in rete; ovvero potranno utilizzarsi alcuni studi ancora più articolati sempre messi a disposizione dall'agenzia del territorio a richiesta di studi di dottori commercialisti ed altri operatori del settore tasse ed imposte sui cittadini italiani.



Fonti


1- RAPPORTO OSSERVATORIO UIL SERVIZIO POLITICHE TERRITORIALI
2- STATISTICHE CATASTALI 2011 (catasto edilizio urbano)
3-RISOLUZIONE 114/e Dell'AGENZIA DELLE ENTRATE
4-FEDERALISMO DEMANIALE E BENI CULTURALI
5- atti del convegno del 30-11-2010 sui NUMERI dei BENI CULTURALI

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